7. Fonti e Ricerche
«Amate la terra!» Giovanni XXIII e la cura del creato
Il volume, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Papa Giovanni XXIII e il Centro di Etica Ambientale di Bergamo, offre una riflessione sulla valorizzazione della natura, a partire dagli scritti di Angelo Giuseppe Roncalli.
Nel loro contributo dal titolo “Il creato, un “giardino” da custodire e coltivare. La lezione di A.G. Roncalli”, Ezio Bolis e Mario Fiorendi individuano le direttrici di un pensiero che recuperano passando al vaglio le agende personali e diversi testi del magistero di Papa Giovanni XXIII. Nello sguardo roncalliano il Creato appare come un “libro” da contemplare, un “giardino” da custodire e coltivare, e un “dono” da condividere, perché la terra è di Dio, e l’uomo ne è ospite e non padrone.
“La cultura dell’ambiente prima del pontificato di papa Giovanni XXIII”, è invece il titolo del contributo di Luciano Valle che periodizza l’irruzione della “questione ambientale” negli anni ‘60 richiamando Silent Spring (1962) di Carson, l’opera che ha inaugurato la nuova “era dell’ecologia”. Si passano poi in rassegna i vasti scenari aperti dal problema del rapporto uomo-natura sostando sul pensiero di autori importanti tra i quali Scheler, Teilhard de Chardin e Guardini.
Ancora agli anni del pontificato giovanneo riporta il saggio di Francesco Mores (“La conquista dello spazio. Papa Giovanni e l’ordine topografico del mondo”). Egli esamina e interpreta alcuni messaggi di Giovanni XXIII pronunciati all’inizio dell’avventura nel cosmo. La conquista dello spazio fu per papa Roncali “il luogo in cui distillare alcune di quelle che egli riteneva essere verità fondamentali circa il rapporto tra l’uomo, la natura e la tecnica”.
Il volumetto ospita poi un saggio di Evelina Scaglia («Don Roncalli e la nascita del movimento cattolico femminile bergamasco: “un giardino da custodire”» che attira l’attenzione sul ruolo della donna nel passaggio da una società agricola a una società industriale e sulla sapiente guida che il futuro pontefice, allora giovane prete, offrì in qualità di direttore della Scuola Magistrale femminile di Religione e assistente ecclesiastico della sezione bergamasca della Unione Donne Cattoliche.
Nell’intervento finale (“Sulla questione ecologica”), dati statistici alla mano, Gabriele Rinaldi argomenta l’urgente necessità di una “conversione” degli stili di vita quotidiana, che ponga fine allo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali, così da consegnare anche alle generazioni future il dono prezioso della Terra.