rivista n° 9 (2021)

«Penso con mesta soavità all’incontro dell’anima del conte Stanislao in cielo con le anime assai numerose lassù trasvolate, che come lui hanno dato la parte migliore della loro vita alla causa di Cristo e della Chiesa in Italia in questo cinquantennio… Non potevo dimenticare che egli era l’amministratore della Società “Iuventus” e uno dei membri più cospicui della “Opera S. Alessandro” e che la iniziativa di fare un po’ di bene alla gioventù studentesca bergamasca deve a lui moltissimo». Così don Angelo Roncalli, rendeva omaggio al conte bergamasco Medolago Albani, in una lettera di condoglianze inviata alla vedova il 4 luglio 1921, ricordando e lodando il suo operato, specialmente nel campo educativo.

Il presente quaderno di Ioannes XXIII si sofferma sul contesto storico, sociale ed economico in cui è maturata la fisionomia umana e spirituale del futuro Papa Giovanni XXIII. In lui si ritrovano i problemi, i turbamenti, le aspirazioni di una società – quella bergamasca tra Otto e Novecento – che evolve e si rinnova. In particolare, a cento anni esatti dallo loro scomparsa, sono due le personalità prese in considerazione: Stanislao Medolago Albani (1851-1921) e il cardinale Giorgio Gusmini (1855-1921).

Il primo fu esponente di primo piano del laicato cattolico dagli ultimi decenni del XIX secolo agli inizi del XX secolo. L’articolo di Goffredo Zanchi si focalizza sul Circolo San Giuseppe, creato per sostenere i lavoratori offrendo loro metodi e strumenti diversi dalla lotta di classe, auspicata invece dalle forze laiche e radicaleggianti. La ricerca di Alessandro Angelo Persico indugia sull’azione svolta dai cattolici bergamaschi per essere presenti nella vita amministrativa della città. A tale riguardo, Medolago Albani, sostenuto dal vescovo Camillo Guindani, spinse i cattolici a partecipare alle competizioni politiche locali, convinto di quanto fosse prezioso il loro contributo nella vita sociale, soprattutto su questioni cruciali come l’organizzazione delle attività educative e la gestione delle istituzioni deputate alla beneficienza, controllate dal Comune.

L’altra figura importante per conoscere l’ambiente si è formato Roncalli è il cardinale Giorgio Gusmini (1855-1921), prete, professore e parroco nella diocesi di Bergamo, esperto in problematiche sociali, impegnato anche a livello amministrativo, e poi vescovo di Foligno e infine arcivescovo di Bologna. A lui è dedicato lo studio di Mattia Tomasoni, introdotto da un agile profilo biografico redatto da Giovanni Gusmini, pronipote dell’illustre presule. A partire soprattutto da numerosi testi omiletici, il saggio delinea la tipologia del «prete sociale» incarnata da Giorgio Gusmini, capace di reinterpretare la tradizione intransigente bergamasca dentro il riformismo del pontificato leonino, di sperimentare nuovi metodi pastorali, più aderenti ai processi sociali in atto. Lo stesso Roncalli, da patriarca di Venezia, introducendo la biografia del Gusmini, scritta da don Valoti, accennò ai cordiali rapporti che nel tempo aveva intrecciato con lui, definendolo «un ecclesiastico pieno di intelligenza e di zelo ardente», dalla «fisionomia schietta e autentica di un figlio della Valle Seriana».nel quale